“Rosario devi combattere con le leggi, non con le mani. Siamo uomini, non bestie.”
Quello della mafia è un tema senza tempo. Qualcosa che può essere raccontato, mai fino infondo. Mai fino a viverlo come chi è figlio di una terra arida di amore, di rispetto e di giustizia. Quella terra anche amata così tanto da chi vi nasce speranzoso di futuro e ancora, di giustizia.
Una grande contrapposizione questa, che non fa altro che sottolineare la coesistenza del buono e del cattivo, del giusto e dello scorretto. E così, si dividono i popoli della terra di Sicilia.
La mafia si è combattuta da sempre. La mafia si vive da sempre. La mafia si combatte sempre. La mafia si sconfigge: con giustizia, fede e speranza, sempre.
Molti sono i martiri di giustizia che proprio perseguendo il loro obiettivo di “ripulire” lo sporco e riconsegnare la libertà, lasciano questa terra. Soli.
Livatino è stato un magistrato, giovane, determinato, morto a soli 37 anni in un agguato della Stidda.
La sua determinazione nasce dai condizionamenti di una famiglia dalle idee sane, libere e giustiziere. Credere che con il giusto tutto si possa sistemare. Credere che il male si possa sconfiggere, porta a pensare che anche l’essere assassinato significhi in qualche modo giustizia.
“Quella giustizia che anche nel caso di Livatino non ha saputo frenare l’arroganza della criminalità” ma ne ha sublimato l’ideale per tramandarlo nel tempo con rinnovata determinazione: operare nel quotidiano con il coraggio dei giusti, senza arrendersi né arretrare mai, nemmeno a costo della propria vita.
Livatino da poco proclamato beato, è stato l’ispirazione di una storia diretta da Pier Glionna: “Un Giudice Ragazzino”, cortometraggio che verrà proiettato a Pescara il 1 Giugno 2022 in occasione del Festival “Cartoon on the bay” (trailer ufficiale)
Il corto sarà presentato dal Presidente della Roma Film Academy, Salvatore Santangelo, e dall’attore protagonista Domenica Panarello.
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